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10 fatti interessanti su Caltanissetta
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Una Storia Millenaria nasconde molti fatti interessanti
Sapevi che alcuni studi suggeriscono che l'amato Cannolo sia nato proprio qui a Caltanissetta? Si ritiene che questo iconico dolce siciliano, con il suo guscio croccante e il dolce ripieno di ricotta, abbia avuto origine durante la dominazione araba della Sicilia. La leggenda narra che il cannolo fu creato per la prima volta dalle concubine di un emiro nel loro harem, che festeggiavano il Carnevale con questo delizioso dolcetto.
Oltre alla sua ricca storia, Caltanissetta è orgogliosa di detenere il Guinness World Record per il cannolo più lungo. L'11 settembre 2022, un team dedicato di circa 100 pasticceri e cuochi di tutta Italia, guidato dal maestro pasticcere Lillo Defraia, ha realizzato un cannolo che misurava la sorprendente lunghezza di 21 metri e 43 centimetri. Questa straordinaria impresa è stata ufficialmente riconosciuta dal Guinness World Records il 22 gennaio, portando immenso orgoglio alla nostra comunità.
L'evento da record è stato sostenuto dall'Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, dal Comune di Caltanissetta e da diversi partner pubblici e privati. È stato un vero e proprio sforzo di collaborazione che ha messo in luce la competenza e la dedizione di tutti i soggetti coinvolti. Un ringraziamento speciale va alla Pasticceria Internazionale, media partner dell'evento, e a tutti i volontari che hanno contribuito a rendere questo momento indimenticabile.
Unisciti a noi nel celebrare la dolce eredità di Caltanissetta, la vera patria del Cannolo, e il suo straordinario record che mette in risalto la nostra passione per questa deliziosa delizia.
Arroccato in cima al colle Sant'Anna, il trasmettitore di Caltanissetta è un notevole pezzo di storia della radiodiffusione. Questo sito ospita la struttura artificiale più alta d'Italia: un'antenna omnidirezionale alta 286 metri. Questa struttura imponente è stata determinante nelle trasmissioni radiofoniche a onde lunghe e detiene il primato di essere la struttura più alta mai costruita in Italia.
La costruzione del trasmettitore iniziò nel 1949 e fu completata con una spesa di 146 milioni di lire. Il progetto, guidato dagli ingegneri Sergio Bertolotti, Gino Castelnuovo e Giuseppe Sciubata, è stato eseguito dalla società milanese CIFA. L'impianto fu inaugurato il 18 novembre 1951 dall'allora ministro delle Telecomunicazioni Giuseppe Spataro e dal presidente della RAI Cristiano Ridomi.
L'antenna primaria, alta 286 metri, veniva utilizzata per trasmettere segnali radio a onde lunghe per la RAI, il servizio pubblico di radiodiffusione italiano. Inizialmente funzionava ad una frequenza di 189 kHz con una potenza iniziale di 25 kW, successivamente ridotta a 10 kW negli ultimi anni. Il sito presentava anche antenne più piccole per trasmissioni a onde medie e corte.
Per un periodo, l'antenna ha mantenuto il titolo di struttura più alta d'Europa fino a quando non è stata superata dalla stazione trasmittente di Belmont nel Regno Unito. Nel 2015 è classificata come la 43a torre di trasmissione più alta del mondo. Con la collina stessa a 689 metri sul livello del mare, l'altezza totale dell'antenna raggiunge quasi 975 metri.
Il trasmettitore è stato nel tempo dismesso, con la cessazione delle trasmissioni in onde corte all'inizio del 2003 e quelle in onde lunghe terminando il 9 agosto 2004. Nonostante ciò, le trasmissioni in onde medie sono continuate a potenza ridotta fino a settembre 2012. La gestione del sito è stata trasferita a RAI Way nel 1999 e il complesso del trasmettitore è stato infine dichiarato sito di interesse culturale nel 2012.
Nel 2013 il Comune di Caltanissetta ha acquisito il trasmettitore e l'area circostante con il progetto di trasformare il sito in un parco pubblico e museo. Questa iniziativa mira a preservare l’antenna come simbolo del patrimonio tecnologico della città e fornire una preziosa risorsa educativa per le generazioni future.
La Cattedrale di Santa Maria La Nova testimonia la resilienza e la ricca storia di Caltanissetta. Questa bellissima cattedrale, situata nel cuore della città, fu originariamente costruita alla fine del XVI secolo, tra il 1570 e il 1622. La sua architettura barocca e gli splendidi affreschi ne hanno fatto per lungo tempo un punto di riferimento centrale a Caltanissetta.
Durante la seconda guerra mondiale la cattedrale subì notevoli danni a causa dei bombardamenti e alcune parti della sua struttura furono parzialmente distrutte. La resilienza del popolo nisseno trasparì mentre restaurava meticolosamente la cattedrale riportandola al suo antico splendore negli anni del dopoguerra. Oggi rimane un simbolo di speranza e ripresa, incarnando lo spirito della comunità.
Tra le sue caratteristiche degne di nota, la cattedrale ospita squisite opere d'arte, tra cui affreschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans, raffiguranti scene dell'Antico e del Nuovo Testamento. I disegni intricati e il significato storico di queste opere d'arte attirano visitatori e appassionati d'arte da tutto il mondo.
La maestosa facciata della cattedrale, ornata con statue di santi e intricati intagli, ne aumenta la grandiosità. Il suo campanile, svettante e fiero, è stato testimone di molti momenti storici della città, dai festeggiamenti ai disagi.
Al di là del suo significato architettonico e artistico, la Cattedrale di Santa Maria La Nova ricopre un ruolo centrale nella vita religiosa di Caltanissetta. È il punto focale di molte feste e processioni religiose locali, in particolare durante la Settimana Santa, quando la città si anima di vivaci tradizioni e osservanze devote.
Una delle tradizioni più care a Caltanissetta è la processione delle "Vare", carri religiosi di complessa fattura che svolgono un ruolo centrale durante la Settimana Santa. Questa tradizione secolare è una vivida espressione della fede profondamente radicata e del patrimonio culturale della città.
Le "Vare" si riferiscono alle grandi strutture in legno riccamente decorate che raffigurano scene della Passione di Cristo. Questi carri sono creati scrupolosamente da abili artigiani e sono adornati con statue realistiche, tessuti pregiati e accessori dettagliati. Ogni "Vara" è un capolavoro a sé stante, che riflette la dedizione e l'abilità artistica degli artigiani locali.
La tradizione risale alla dominazione spagnola in Sicilia e, nel tempo, è diventata parte integrante dell'identità di Caltanissetta. La processione si svolge il Venerdì Santo, quando le "Vare" vengono portate per le vie della città in una cerimonia solenne e commovente. Migliaia di gente del posto e visitatori si riuniscono per assistere a questa potente dimostrazione di devozione e spirito comunitario.
La processione è accompagnata da bande musicali che suonano musiche lugubri, creando un'atmosfera di riverenza e contemplazione. I partecipanti, spesso vestiti con abiti tradizionali, camminano a fianco delle "Vare", alcuni a piedi nudi in atto di penitenza, mentre altri portano candele e incenso. L'evento non è solo un'osservanza religiosa ma anche una vivace celebrazione culturale che riunisce persone di tutte le età.
Oltre al significato religioso, la processione delle “Vare” è simbolo di unità e continuità per i caltanissetti. È un momento in cui le famiglie si riuniscono e le storie delle processioni passate vengono condivise, garantendo che la tradizione venga tramandata di generazione in generazione.
Ogni anno, l'attesa cresce con l'avvicinarsi della Settimana Santa e la città si prepara a onorare questa tradizione duratura. Le "Vare" si ergono a testimonianza della resilienza e della fede di Caltanissetta, incarnando lo spirito e la storia della sua gente.
L'Abbazia Fortezza
L'Abbazia di Santo Spirito è un notevole sito storico di Caltanissetta, le cui origini risalgono alla dominazione araba in Sicilia. Inizialmente costruita come fortezza, questa imponente struttura servì come roccaforte militare strategica durante il periodo arabo. Le sue robuste mura e il suo design difensivo attestano il suo scopo originale di salvaguardare la regione.
Nel XII secolo la fortezza fu trasformata in abbazia benedettina dal conte Ruggero I, segnando una significativa trasformazione da luogo di guerra a centro di fede e di cultura. Questa transizione riflette le mutevoli maree della storia e la fusione culturale che caratterizza la Sicilia.
L'abbazia è rinomata per la sua bellezza architettonica, che combina elementi di stile normanno, arabo e bizantino. La sua chiesa presenta una splendida facciata e un sereno chiostro, che offre uno scorcio sulla vita monastica dei monaci benedettini che un tempo risiedevano lì.
All'interno, i visitatori possono ammirare una collezione di manufatti religiosi, antichi manoscritti e opere d'arte squisite. Uno dei punti salienti è la cappella affrescata, adornata con intricati dipinti che raffigurano scene della vita di Cristo e di vari santi.
Anche l'Abbazia di Santo Spirito occupa un posto speciale nel cuore della comunità locale, fungendo da sede di cerimonie religiose ed eventi culturali. Il suo significato storico e il suo splendore architettonico ne fanno una destinazione imperdibile per chiunque esplori il ricco patrimonio di Caltanissetta.
Unisciti a noi alla scoperta dell'affascinante storia dell'Abbazia di Santo Spirito, un sito che racchiude magnificamente il passato diversificato e stratificato della nostra città.
Il Castello di Pietrarossa
Il Castello di Pietrarossa, suggestivo punto di riferimento storico di Caltanissetta, testimonia il passato medievale della regione. Costruito originariamente durante il periodo normanno, le origini esatte del castello sono alquanto avvolte nel mistero, ma si ritiene che sia stato costruito sui resti di una precedente fortezza araba, riflettendo la storia stratificata della zona.
Arroccato su una collina, il Castello di Pietrarossa svolse un ruolo cruciale come roccaforte difensiva e simbolo di potere. Sorvegliava le vie di campagna e svolgeva un controllo strategico sulle zone circostanti, assicurando la protezione di Caltanissetta e del suo entroterra. Il nome del castello, "Pietrarossa" o "Pietra Rossa", deriva dalla caratteristica tonalità rossa delle pietre utilizzate nella sua costruzione.
Oltre al suo significato militare, il castello era un punto centrale di amministrazione e giustizia. Collegava Caltanissetta con Palermo, capitale del Regno di Sicilia, evidenziandone l'importanza nel più ampio panorama politico ed economico della regione.
Nel corso dei secoli il castello fu testimone di numerose battaglie e passaggi di dominio, dai Normanni agli Svevi, fino agli Angioini e agli Aragonesi. Nonostante questi tempi tumultuosi, il Castello di Pietrarossa rimase un elemento resistente, incarnando lo spirito di Caltanissetta.
Oggi i ruderi del Castello di Pietrarossa offrono uno sguardo affascinante sul passato. I visitatori possono esplorare i resti delle sue mura e delle sue torri, immaginando la fortezza un tempo formidabile che ha svolto un ruolo fondamentale nella storia della Sicilia. Il sito offre anche viste mozzafiato sulla campagna circostante, rendendolo un luogo popolare sia per gli appassionati di storia che per gli amanti della natura.
Le Dominazioni
La ricca storia di Caltanissetta è un arazzo intessuto degli influssi delle varie dominazioni nel corso dei secoli. Ogni potere dominante ha lasciato un segno indelebile nella cultura, nell'architettura e nelle tradizioni della città, contribuendo alla sua identità unica e multiforme.
Dominio arabo: gli arabi furono tra i primi a riconoscere l'importanza strategica di Caltanissetta, stabilendola come centro fortificato durante il loro regno nel IX e X secolo. La loro influenza è evidente nel nome della città, che deriva dall'arabo "Qal'at al-Nisā'" che significa "Castello delle Donne". Il periodo arabo introdusse anche tecniche agricole avanzate e sistemi di irrigazione che trasformarono il paesaggio della regione.
Conquista normanna: I Normanni, guidati dal conte Ruggero I, conquistarono Caltanissetta nell'XI secolo. Convertirono molte fortezze arabe in strutture cristiane, tra cui l'Abbazia di Santo Spirito. Il periodo normanno portò innovazioni architettoniche e l'instaurazione di sistemi feudali, che ridisegnarono il tessuto sociale ed economico della città.
Periodo Svevo e Angioino: Dopo i Normanni, Caltanissetta fu dominata dagli Svevi e dagli Angioini. Gli Svevi, sotto Federico II, fortificarono ulteriormente la città e promossero il progresso culturale e scientifico. Il dominio angioino fu segnato da lotte e ribellioni, ma contribuì anche all'evoluzione del panorama architettonico della città.
Asburgo spagnoli: la dinastia spagnola degli Asburgo governò la Sicilia, compresa Caltanissetta, dal XVI al XVIII secolo. Quest'epoca fu caratterizzata dalla costruzione di grandi edifici, chiese e palazzi barocchi. L'influenza spagnola è ancora visibile nell'assetto urbano della città e in molti edifici storici.
Periodo Borbonico: Il dominio borbonico nei secoli XVIII e XIX portò a Caltanissetta una relativa stabilità e crescita economica. La città vide lo sviluppo di infrastrutture e opere pubbliche, comprese strade, ponti ed edifici pubblici, che facilitarono il commercio e la comunicazione.
Epoca Moderna: Con l'Unità d'Italia nel XIX secolo, Caltanissetta entrò a far parte del neonato Stato italiano. Il XX secolo portò l'industrializzazione e la modernizzazione, anche se la città dovette affrontare sfide significative durante la Seconda Guerra Mondiale, inclusa la parziale distruzione della sua cattedrale.
Ciascuno di questi periodi ha contribuito al ricco mosaico culturale di Caltanissetta, rendendola una città che porta con orgoglio i segni del suo diverso passato. Esplora l'eredità di queste dominazioni e scopri come hanno plasmato la Caltanissetta che conosciamo oggi.
Immerso nel cuore del quartiere più antico di Caltanissetta, Angeli, si trova Spazio Pitta, un santuario dove convergono creatività e comunità. Questo spazio unico, immaginato e portato in vita da Lorenzo Maria Ciulla, ha trasformato un quartiere storico in un vivace centro di espressione artistica e coesione sociale.
Spazio Pitta è molto più di un semplice luogo; è un'entità viva e pulsante che incarna i sogni e la determinazione del suo fondatore, Lorenzo. Dopo aver esplorato vari percorsi, Lorenzo è tornato alle sue radici, rendendosi conto che il vero viaggio era all'interno della propria comunità. Sostenuto dalla famiglia e ispirato dalla sua profonda passione per l'arte, Lorenzo ha trasformato una casa di famiglia in una terra ancestrale in un faro di rinascita culturale.
La creazione di Spazio Pitta è iniziata nel 2019, con i genitori di Lorenzo che hanno avuto un ruolo cruciale. Suo padre, Michele, gli ha fornito un sostegno incrollabile e un'assistenza pratica, mentre sua madre ha offerto incoraggiamento morale. Insieme, hanno trasformato lo spazio, incorporando elementi del patrimonio rurale della regione e manufatti donati dai residenti locali, tessendo così un ricco arazzo della storia di Caltanissetta.
Spazio Pitta si distingue come modello di resilienza e spirito comunitario. Ha riunito artisti, vicini e volontari, creando una visione condivisa di bellezza e creatività. Lo spazio presenta una collezione di oggetti tradizionali di tipo museale, un'area per spettacoli artistici e musicali.
Situato nello storico quartiere degli Angeli, Spazio Pitta è circondato da monumenti come il Castello di Pietrarossa, una ciminiera del 1800 che un tempo illuminava la città, e l'antica chiesa di Santa Maria degli Angeli. Questa ambientazione esalta la magica atmosfera di Spazio Pitta, dove arte, tradizione e natura convivono armoniosamente.
La visione di Lorenzo ha portato anche a progetti comunitari come uno spettacolo teatrale su Adelasia, la leggendaria principessa del castello, e un murale dell'artista Giulio Rosk. Queste iniziative danno nuova vita alle leggende e alla storia locale, favorendo una connessione più profonda tra passato e presente.
Spazio Pitta non è solo un luogo; è un movimento che incoraggia l'apprezzamento della bellezza e l'importanza della comunità. Esemplifica come l’arte possa rimodellare e arricchire le nostre vite, offrendo una nuova prospettiva su cosa significhi far parte di una comunità.
Il Centro Accoglienza
Caltanissetta ospita un importante Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo, una struttura dedicata a fornire rifugio, supporto e servizi ai richiedenti asilo e ai migranti. Questo centro svolge un ruolo fondamentale nel sistema di immigrazione italiano, riflettendo l'impegno costante della città negli sforzi umanitari e nella responsabilità sociale.
Il centro è un punto di prima accoglienza per individui e famiglie in fuga da conflitti, persecuzioni e disagi da varie parti del mondo. All'arrivo, ai residenti vengono forniti beni di prima necessità come cibo, vestiti e assistenza medica. La struttura offre anche assistenza legale per aiutare i nuovi arrivati ad affrontare il complesso processo di richiesta di asilo e di integrazione nella società italiana.
Inoltre, il centro si impegna a creare un ambiente accogliente che rispetti la dignità e i diritti di ogni individuo. Vengono organizzati corsi di lingua, formazione professionale e sessioni di orientamento culturale per aiutare nel processo di integrazione, consentendo ai migranti di diventare membri autosufficienti e attivi della comunità.
La presenza del Centro di Accoglienza Immigrati sottolinea il ruolo storico e contemporaneo di Caltanissetta come crocevia di culture e popoli. È una testimonianza della resilienza della città e della sua capacità di adattarsi e rispondere alle sfide globali del nostro tempo. Attraverso gli sforzi di personale dedicato e volontari, il centro esemplifica i principi di compassione e solidarietà che sono profondamente radicati nella cultura siciliana.
Caltanissetta è stata un terreno fertile per numerosi artisti e intellettuali di talento il cui lavoro abbraccia vari mezzi e generi, contribuendo in modo significativo al panorama culturale della Sicilia e oltre. Questi artisti e scrittori traggono ispirazione dalla ricca storia della regione, dalle bellezze naturali e dalle vivaci tradizioni, riflettendo l'essenza di Caltanissetta nelle loro creazioni.
Lo scultore Michele Tripisciano (1860-1913), originario di Caltanissetta, è celebre per le sue magistrali opere in marmo e bronzo. Le sculture di Tripisciano, molte delle quali esposte in luoghi di rilievo in Italia e all'estero, catturano la forma umana con notevole realismo e profondità emotiva. La sua dedizione alla sua arte e il suo contributo alla scultura italiana hanno lasciato un'eredità duratura.
In ambito letterario, Leonardo Sciascia (1921-1989) si distingue come uno degli scrittori e intellettuali italiani più influenti. Sciascia, nato nella vicina Racalmuto, ha spesso attinto nel suo lavoro alle esperienze vissute a Caltanissetta e nei dintorni. I suoi romanzi, saggi e articoli approfondiscono le complessità della vita, della politica e della società siciliana, offrendo critiche incisive e intuizioni profonde che risuonano ben oltre la Sicilia.
Questi artisti e intellettuali, tra tanti altri, hanno contribuito a rendere Caltanissetta un faro di creatività e innovazione artistica. La loro eredità ispira le nuove generazioni a esplorare ed esprimere l'identità unica di questa straordinaria città siciliana. Attraverso la pittura, la scultura, la letteratura o i progetti comunitari, gli artisti e gli scrittori di Caltanissetta continuano a plasmare e definire la narrativa culturale della loro città natale.